Tra il 20 e il 21 Marzo si celebra Ostara e l’Equinozio di Primavera, ovvero quel giorno in cui le ore di luce e quelle di buio si equivalgono prima che le ore di luce prendano il sopravvento fino al solstizio d’estate, considerata la giornata con le ore di luce maggiori di tutto l’anno e che segna poi la decadenza di questa Luce verso il buio che arriverà.

Ostara: una piccola grande verità nascosta

Contrariamente a ciò che si pensa la festa di Ostara, come anche l’equinozio d’autunno (o Mabon) sono feste recenti, senza alcuna radice antica.

I culti neopagani, soprattutto la Wicca e il Neo-druidismo, tendono a celebrare anche gli equinozi di primavera e d’autunno, pensando che abbiano radici antiche, che fanno risalire alla cultura celtica e alla cultura nordica, perché sono le due fonti da cui hanno estrapolato la celebrazione degli 8 sabba come li conosciamo oggi.

In realtà i popoli nordici anticamente celebravano solo 6 Sabba: Samhain, Imbolc, Beltane, Lammas e i due Solstizi e sapete perché?? Perché semplicemente non esistevano momenti in cui buio e luce si equivalessero durante l’anno nel loro emisfero terrestre!

Gli equinozi sono riscontrabili sono nelle aree mediterranee, e molti cultori tradizionalisti ritengono che siano state un’aggiunta posticcia di Gerald Gardner, il padre fondatore della Wicca, che, avendo viaggiato appunto in quelle aree in cui si riscontravano le mezze stagioni, abbia deciso di inserirle.

Ad oggi, comunque, si celebrano anche nel nord Europa.

Ostara e la nascita della Pasqua

Celebrare Ostara è sempre difficoltoso per i puristi della tradizione nordica, proprio perché non ci sono associazioni simboliche legate a qualche divinità celtica o norrena da far risalire ai tempi antichi.

Il discorso è diverso per quanto riguarda i popoli mediterranei, i quali, solitamente, durante il periodo dell’equinozio di primavera celebravano i matrimoni perché, tradizionalmente, questo era il periodo associato alle nozze sacre (o hieros gamos), ovvero l’unione del divino maschile e femminile, che per i popoli nordici invece si celebra a Beltane, ovvero a Maggio, in quanto era il periodo in cui iniziavano a salire le temperature, mentre a marzo, nel nord Europa il clima è ancora rigido, e dunque non era il massimo per loro sposarsi durante questo mese.

Per capire Ostara e la sua simbologia, quindi, bisogna guardare all’area mediterranea del pianeta, in particolare, c’è molta più simbologia in Italia su questa festa che altrove.

La Pasqua cristiana deve la sua simbologia e la sua data di celebrazione ( ovvero la prima domenica successiva alla prima luna piena che segue l’equinozio di primavera, molto cristiana come decisione se ci pensate) agli antichi culti pagani del mediterraneo.

In particolare ai culti romani: tra il 22 e il 25 marzo, a Roma, cadeva la festa della Dea Frigia Cibele (che fu introdotta a Roma dopo la conquista della Frigia, in quanto a Roma, gli Dei dei popoli conquistati venivano integrati nel parco celeste per non fare torto a nessuno) , durante la quale l’evirazione, la morte e la resurrezione del figlio-amante Attis veniva commemorata dai suoi seguaci che si autoeviravano per celebrare la Dea e questi riti si tenevano dove oggi sorge San Pietro. Nei luoghi e nelle date in cui si celebrava il culto di Attis, i primi cristiani iniziarono a celebrare la morte e la resurrezione di Cristo, da qui nasce la Pasqua cristiana.

Ostara e le uova di Pasqua nell’antica Roma

Quanto alle uova di Pasqua, anch’esse hanno una radice romana: originariamente, l’uovo di Pasqua era un uovo di serpente, nato dall’unione dei due serpenti che rappresentano il Dio e la Dea e che troviamo raffigurati simbolicamente nel caduceo, ovvero il bastone di Mercurio, proprio perché le nozze sacre, a Roma, si celebravano durante il periodo dell’equinozio di primavera.

Successivamente, le uova di gallina presero il posto delle uova di serpente, in quanto il gallo, sacro a Mercurio rappresentava la resurrezione (quindi il risveglio della Terra, dopo la morte invernale) e si usava dipingerle e scambiarsele come augurio. Questa tradizione rimane tuttora e ci si scambia le classiche uova di Pasqua.

Secondo la tradizione greca e, in seguito alla conquista della Grecia da parte di Roma, anche romana, invece, in questo periodo si festeggia il ritorno della Dea Persefone sulla Terra, dopo aver passato sei mesi negli inferi con il suo sposo Ade, ritorna in superficie a passare altri sei mesi al fianco di sua madre Demetra, facendo crescere i fiori e risvegliando la natura.

Ostara, Eostre, Easter

Per quanto riguarda il nome di questa festa: Ostara, ha le sue radici nella Dea Germanica Eostre, che è una Dea legata ai fiori e alla Natura, e dunque sembrava appropriata da utilizzare per dare il suo nome a questo sabba.

Dato che si celebrava a maggio, presso i popoli norreni, con dei rituali in cui venivano celebrati i fiori e la natura, anche le antiche popolazioni cristiane nordiche e bretoni usarono la radice del suo nome per dare il nome alla Pasqua, che in inglese si chiama “Easter”.

Ostara, il tuo Equinozio di Primavera

Voi, leggine e leggine che vivete in Italia e dunque conoscete le mezze stagioni, potete usare questi giorni a cavallo dell’equinozio per dedicarvi a voi stessi. Amatevi maggiormente, iniziate a mostrarvi al mondo per quello che siete, senza paura, fatevi belli, praticate qualche sport adesso che iniziano le belle giornate anche all’aria aperta e ripulitevi da ciò che non vi serve più.

Apritevi al nuovo e al bello, che con le belle giornate riuscirete a vedere meglio, come si rinnova la natura, così vi consigliamo di rinnovarvi voi stesse, approfittando delle energie di questo bel sabba di rinascita ☺️

Felice Equinozio di Primavera!