Che io segua Igor Sibaldi è ormai cosa indiscussa, mi piace il suo modo di esporre argomenti complessi in modo simpatico. Quando ascolto i suoi corsi o leggo i suoi libri io rido, è un autore sagace e acuto e ogni suo nuovo lavoro è per me grande fonte di riflessione.
Qualche tempo fa lo abbiamo conosciuto, perchè ci ha insegnato l’Arte dei Desideri, attraverso il suo Corso su CD.
Oggi invece lo ritroviamo che affronta un tema complesso e quanto mai affascinante: Prigioni – Le Pene Collettive.

Prigioni – Le Pene Collettive

Ci sono più prigioni di quelle che pensiamo, sono in ogni aspetto della vita, ci fa notare Igor Sibaldi nel suo libro Prigioni – Le Pene Collettive.

In effetti basta che ci concentriamo sul linguaggio e notiamo subito come siamo obbligati a pensare alcuni cose e a non pensarne altre, quasi che il nostro pensiero sia indotto.
Pensiamo alle mode: ci sono cibi, vestiti, i personaggi più popolari del momento, che sono sulla bocca di tutti. Si inizia ad aderire ad una fazione, che si stia da una parte o dall’altra comunque non si è mai del tutto liberi di pensare quello che si vuole o di non pensare a quell’oggetto, cibo o personaggio famoso. Sembra quasi che si è obbligati a conoscere o avere un’opinione riguardo determinate cose.
Questo discorso vale purtroppo anche per i nostri sogni. Siamo costretti a limitare i nostri orizzonti e possiamo ampliarli solo in alcune direzioni e entro determinate condizioni, anch’esse imposte dall’estero.
Se vuoi ottenere questo devi fare così. Se vuoi essere una persona in un certo modo devi comportanti colà.

Ma chi sono i padroni delle Prigioni?
Nessuno lo sa, o forse non ci sono.
In Prigioni – Le Pene Collettive l’autore spiega che proprio come certe convinzioni o certi sensi di colpa che trascendono i secoli, nessuno li impone materialmente eppure si mantengono.

C’è però qualcuno che, conoscendo Le Prigioni – Le Pene Collettive, le sfrutta a proprio vantaggio spacciando in giro mediocrità, e ci fa vivere qualitativamente in modo minore, meno intensamente.
Eh sì, abbassando gli standard di ricerca, di curiosità, di voglia di farcela in automatico si generano masse di persone incatenate e prigioniere.

Nel corso dei secoli le prigioni sono state poste dappertutto, perfino nella libertà stessa. Perfino nella nostra mente, hai presente il detto che dice: La mente mente,?

Leggendo Prigioni – Le Pene Collettive capirai che non è un modo di dire ma una verità.

Allora Sibaldi ci invita a chiederci: Come sarebbe vivere senza prigioni, senza vincoli e senza le catene che gli altri ci hanno messo?
Quando inizi anche solo a pensarci passando in rassegna una ad una Le Prigioni – Le Pene Collettive che ti sono state imposte lo sdegno inizia ad impossessarsi si te, seguito dall’impazienza per quello che ti è stato tolto, per la libertà che ti è stata negata. Poco a poco, pagina dopo pagina è come se qualcosa inizia a far breccia in te. La voglia di uscire dai binari, di rompere gli schemi e iniziare a correre verso la libertà.